Se ci si chiama Lafontaine e si fa del video, come non fare una cascata video? Tre, quattro, cinque o sci sorgenti, a una distanza di uno, due, tre secondi l’una dall’altra. Marie-Jo Lafontaine ha già ricominciato. All’inizio vi erano due che si affrontavano: bing e bang. Non si sa mai chi colpisca per primo. In tutti i modi, il secondo è già l’altro. Tutte le installazioni di Marie-Jo Lafontaine mettono in scena quei due là. Inseparabilmente alle prese. Toro e torero. Amanti. Robot asessuati. Boxeur. Lottatori. Duellanti. Sisifi dei muscoli. E i loro schizzi. Di sangue. Di sudore. Di luce. Di energia. Uno spruzzo di disperazione che non farà più né bing né bang.
Jean Paul Fargier, A las cinco de la tarde. Les larmes d’acier, Victoria
24 monitor
L’installazione dell’86, esposta a “Documenta 8” di Kassel nel 1987, è stata ripensata per lo spazio della Villa Comunale di Taormina nel 1988. Una piramide di 24 monitor rimanda le immagini di corpi scolpiti di body builder.
“La fonte del potere sta nel corpo. Culto del corpo, corpo architettonico, corpo scolpito. Mille lance d’ acciaio sottili si dispongono in innumerevoli possibilità che loro offre il corpo. Si ormeggiano l’una all’altra e formano un complesso corpo-armato, corpo-strumento, corpo-macchina.” (Marie-Jo Lafontaine)